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Correlazioni in Medicina



Il rischio cardiovascolare permane anche dopo interruzione di Vioxx


Anche dopo aver smesso di assumere Rofecoxib ( Vioxx ), il rischio di eventi cardiovascolari rimane alto. Queste le conclusioni di uno studio condotto da Ricercatori della Yale University School of Medicine.

Merck & Co, la società produttrice del Vioxx, aveva ritirato l’antinfiammatorio nel 2004 dopo che lo studio APPROVe ( Adenomatous Polyp Prevention on Vioxx ) aveva evidenziato un aumentato rischio cardiovascolare associato all’impiego del farmaco.

I Ricercatori statunitensi hanno esaminato i dati dello studio 078, che aveva verificato la capacità di Rofecoxib di ritardare la progressione della malattia di Alzheimer tra gli adulti con lieve compromissione cognitiva.

Lo studio aveva coinvolto 1.451 partecipanti ( età media 75 anni); 723 pazienti erano stati assegnati a Rofecoxib e 728 a placebo.

Durante il periodo osservazionale senza assunzione di Rofecoxib, i Ricercatori hanno scoperto:

22 eventi cardiovascolari avversi tra i soggetti che avevano assunto Rofecoxib, rispetto a 6 tra quelli trattati con placebo, con un rischio relativo di 2.97 ( P=0.02 );

23 decessi tra i partecipanti trattati con Rofecoxib e 9 nel gruppo placebo, con un rischio relativo di 2.10 ( P=0.06 ).

In totale ci sono stati 45 casi di raggiungimento dell’endpoint composito, costituito da evento tromboembolico o mortalità, di cui 32 su 287 pazienti-anno nel gruppo Rofecoxib e 13 su 234 pazienti-anno nel gruppo placebo, con un rischio relativo pari a 2.01 ( P=0.03 ).

Il raddoppio del rischio cardiovascolare osservato nello studio 078 ha confermato l'aumento del rischio del 78% riscontrato nello studio APPROVe.

Secondo gli Autori questi risultati sono probabilmente sottostimati. Infatti, la sicurezza cardiovascolare non era né un endpoint primario né secondario dello studio 078, ed i dati potrebbero non essere stati sistematicamente raccolti. Inoltre, i tassi di interruzione dello studio sono risultati alti. ( Xagena2010 )

Fonte: Archives of Internal Medicine, 2010


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